Ho ereditato l’azienda agricola nel 2006 e, diventando imprenditrice agricola, l’ho trasformata in Agriturismo. Ho sempre pensato di avere radici in posti diversi, avendo vissuto per anni tra Roma e New York. Il progetto, realizzato assieme a Breon O’Farrell, addestratore di cani newyorkese, è stato quello di trasformare l’azienda agricola acquistata da mio nonno negli anni settanta, in un agriturismo dog friendly: il miglior posto in Italia dove portare in vacanza i propri cani. Questo ci ha consentito di confrontarci con il territorio e di ricevere tanti ospiti sia italiani che stranieri, che hanno arricchito la nostra vita. Da una laurea in fisica delle particelle e un master in comunicazione della scienza, ho dovuto imparare a gestire una piccola azienda agricola, a occuparmi di agricoltura biologica, a trasformare i prodotti della terra in conserve, marmellate e ricette da servire per le colazioni o le cene degustazione.
Mi sono adeguata ai ritmi della campagna, spesso inesorabili (come quando la frutta cade dagli alberi ogni giorno e devi raccoglierla e lavorarla prima che vada sprecata), ma anche lentissimi (come in inverno quando la natura è addormentata e ci si “deve” riposare o concentrare su attività più riflessive e conservative). Con il COVID ho cominciato a sentire l’esigenza di tornare alla mia formazione di Fisica. Ho deciso di insegnare al Liceo e gradualmente ho affidato la gestione dell’agriturismo a validi collaboratori, fino a cedere completamente l’attività imprenditoriale e gestionale con l’accordo di mantenere le peculiarità di questo agriturismo dedicato all’ospitalità per chi viaggia con i cani.
Oltre all’insegnamento, il mio mezzo di espressione privilegiato è la scrittura, da quella autobiografica, alla divulgazione scientifica, alla narrativa.Oltre a pubblicare in passato articoli divulgativi da free lance, ho scritto il libro “I dinosauri dopo cena. L’evoluzione della vita dalle prime cellule a Darwin” (Cuen Editore), scrivo racconti, come quello premiato nella raccolta “Racconti nella rete 2018” e intitolato “Quanto basta per essere felici”, mi curo del mio blog “Wordfetcher”, grazie a una ossessione per alcune parole che afferro e che mi spingono a creare connessioni attraverso la scrittura tra il mio mondo interno, i libri che leggo e la vita quotidiana.