Il Ponte del 2 Giugno è stato un weekend lungo di tempo splendido,
colori brillanti, apertura della piscina, fioritura del gelsomino, tavolate imbandite per tanti ospiti nuovi e interessanti. Grazie a chi è venuto a trovarci!
Mentre preparavo la cena di venerdì pensavo a tutte le volte che ho aspettato gli ospiti arrivare per cena, provando una certa tensione mista a eccitazione. I fuochi sono attivi, gli antipasti impiattati, la tavola è apparecchiata, mancano pane e vino e qualcuno è già fuori che si avvicina per entrare in limonaia, cauto, rispettoso, chiedendo permesso. La tavola è una sola, ma molto spesso i commensali non si conoscono ancora, prima di sedersi. Così io li ricevo e con un po’ di preoccupazione cerco di capire al volo come disporli attorno al tavolo. A volte dipende dai cani che hanno, a volte dai gruppi famigliari. A volte trovano posto naturalmente da soli e io devo solo portare il vino e dare il via alla cena.
Mentre vado avanti e indietro dalla cucina percepisco il loro silenzio iniziale, forse un certo imbarazzo nel trovarsi seduti con persone fino a poco prima sconosciute a condividere una cena e in qualche modo una vacanza appena iniziata. Arrivo con gli antipasti e spiego qualcosa del menù che ho preparato e sento che andrà bene anche questa volta, ne sono sicura… Dopo poco infatti sento un chiacchiericcio cominciare, tra un sorso e un assaggio, ci si conosce e scatta l’elemento conviviale. È quasi matematico, probabilmente è l’energia di questa collina, della limonaia, del cibo che cucino come se fosse per le persone a me più care, ma non succede quasi mai che i commensali non trovino argomenti di comune interesse di cui parlare e sulla base di questo le chiacchiere partono. Di solito quando servo il primo piatto il ghiaccio è rotto.
Venerdì pensavo proprio a questo mentre anche io, dopo aver servito il primo, mi intrattenevo tra una portata e l’altra, a conoscere gli ospiti appena arrivati. E a un certo punto il signor Nazareno ha detto una frase che mi ha scaldato il cuore: “È bello stare tutti intorno a un tavolo. Si parla, ci si conosce, in altri posti non ti verrebbe in mente di iniziare a conversare con qualcuno che non conosci seduto a un tavolo a fianco al tuo”.
Ho sorriso dentro e fuori, perché è proprio vero, è proprio quello che ho visto succedere quasi sempre in tutti questi anni in cui ho preparato cene per le persone anche più disparate. Quasi sempre tutti seduti attorno allo stesso tavolo nella nostra bella limonaia si parlano, si conoscono, creano un clima di amicizia in poco tempo e io li guardo e mi sento davvero felice.