Se sabato 16 Dicembre vi siete trovati a passeggiare nel centro di Roma
potreste aver incontrato un gruppo di cani che portavano i loro amici umani a visitare i lavori del Bernini. Animali di pietra, animali in carne e ossa e storie di animali erano infatti il tema del primo e unico Tour Romano Dog Friendly . L’evento è stato organizzato dalla guida turistica Katia Cutrone, esperta di arte a Roma e cinofila per passione, e dall’addestratore e comportamentalista americano Breon O’Farrell, che ha importato in Italia il suo “Metodo Americano”, perfezionato in trent’anni di lavoro e finalizzato a educare cani e umani. In Italia Breon lavora e insegna nel suo Agriturismo Il Cucciolo dove cani e umani trovano il posto ideale per unire una vacanza a un percorso per migliorare i propri rapporti.Katia e Breon si sono incontrati proprio in Agriturismo, e hanno saputo unire le loro competenze per creare qualcosa di speciale. Rendere il cane protagonista di questa passeggiata nell’arte, consente di osservare Roma da un punto di vista particolare, anche per i romani, e non solo per chi visita la città eterna per la prima volta.
L’appuntamento per la partenza della visita guidata era a Piazza Benedetto Cairoti, sabato mattina alle 10. Di fronte alla fontana, nel giardino circondato dai palazzi dell’area che collega Trastevere a Largo Argentina, Katia e Breon hanno dato il benvenuto a circa 20 persone accompagnate da 12 cani. Anche io ero arrivata, curiosa di sperimentare questa iniziativa. Non avevo con me il cane, ma il tour non fa discriminazioni. Anche senza i fedeli amici si può partecipare.
Ci hanno dotato di un auricolare per ascoltare le spiegazioni sia di Breon che di Katia, in modo da non dover essere tutti troppo vicini e dare il giusto spazio vitale ai veri protagonisti del tour. Che non sempre hanno piacere di essere odorati e tra maschi tendono ad attaccare briga. La possibilità di avere ognuno il suo spazio era già un valore aggiunto. Ma la vera trovata è stata la possibilità di imparare fin dall’inizio a sperimentare alcuni dei suggerimenti dell’addestratore per dare sicurezza ai nostri pelosi. Mentre Katia si occupava del benvenuto e di accogliere e aspettare tutti quelli che si erano prenotati, Breon ha spiegato alcune tecniche base del suo metodo, che si basa sull’apprendere il linguaggio canino e lavorare sul rilassamento e sulla postura per far capire al cane che siamo noi a guidarlo, a proteggerlo e a premiarlo quando fa il lavoro che gli richiediamo. Lungi dal voler dare una lezione di addestramento, Breon ha voluto creare un rapporto con il gruppo e conoscere poi ognuno singolarmente, promettendo che durante la passeggiata avrebbe osservato, sostenuto e guidato ognuno di noi perché potessimo ascoltare il più rilassati possibile i racconti della guida Katia.
Che hanno spaziato dalla storia delle rovine di Largo Argentina agli aneddoti sulla colonia di gatti vivi e vegeti che si muovono a casa tra resti romani e sono supportati e nutriti da gettare, sconosciute o famose come a suo tempo Anna Magnani. Da Largo Argentina siamo passati al Pantheon, a Piazza Santa Maria sopra Minerva con l’elefante del Bernini e alle storie di rivalità tra i Domenicani e lo spirito artistico del Bernini. Poi di fronte alla Chiesa di Sant’Eustachio abbiamo ammirato il Cervo in cima alla facciata e a Piazza Navona la Fontana dei quattro fiumi dove si immergono armadilli, draghi e colombe, ognuno con una storia che il talento della guida ha saputo recuperare. Per ogni sosta Katia aggiungeva un animale alla lista del bestiario, raccontandone la storia e gli aneddoti e creando un filo conduttore per una visita alla portata non solo dei quattrozampe ma anche degli accompagnatori adulti e dei bambini. La tappa finale è stata Castel Sant’Angelo, passando dal Ponte degli Angeli e arrivando al parco attorno al castello, dove è stato possibile far giocare un po’ tra loro i cani, che nel frattempo avevano socializzato. E come loro noi umani che, ascoltando le storie di Katia e camminando da un luogo all’altro, avevamo avuto modo di conoscerci, parlare canino, incontrare altri amici dei cani, curiosi della nostra strana comitiva, bere il famoso Caffè di Sant’Eustachio, o attingere acqua per i nostri amici al guinzaglio, dalle numerose fontane lungo il percorso. Il premio per il comportamento educato di tutti sono stati dei biscotti confezionati da Katia per l’occasione DogFriendly.
di Marta Cerù